giovedì 3 marzo 2011

Considerazioni sulla Ragazza.

Devo ammettere che, tutto sommato, la Ragazza mi piace. Si sbatte un casino.
Si sbatte per tutto. Per conciliare le mie esigenze con quelle della casa, ad esempio.
Non ne ho poi tante di esigenze io: devo mangiare cinque volte al giorno, devo essere cambiata di tanto in tanto, non devo MAI essere lasciata sola. Neanche per due secondi in quella gabbia che chiamano box. Pretendo che ci sia sempre qualcuno con me, e quel qualcuno la maggior parte delle volte è lei. Allora lei mi porta sempre con sé. Quando fa la doccia, quando scrive al computer, quando cucina, quando rifà il letto, e fa tutto come se fosse la cosa più meravigliosa del mondo. “Guarda Alice che belle lenzuola bianche! Wuuu!” e giù uno sventolare di lenzuola. “Guarda Alice che bel rumore che fa l’acqua! Ciaff Ciaff” e giù uno spruzzare d’acqua.
Mi fa una gran tenerezza. Poraccia.

E si sbatte anche per inventare giochi nuovi. Come quello che abbiamo fatto oggi.
Ha lasciato che immergessi le mani in una grande coppa piena di palline marroni (frutta secca l’ha chiamata lei) perché così, ha detto, sviluppo il senso del tatto e poi perché così fa una certa Amelie. Poi  mi ci ha messo dentro in piedi e dopo un attimo di esitazione ho iniziato a sgambettare e le palline sono schizzate ovunque. Ma lei non si è arrabbiata, anzi rideva, allora ho riso anche io e ho sgambettato più forte. 
Veramente un gioco della madonna.

Certe volte però la convivenza ci pesa e quando stiamo troppo insieme finiamo col non sopportarci più. Allora io piango e grido fino a quando esasperata non piange anche lei e a quel punto io smetto perché, se no, sembriamo veramente ridicole.

Ma ci sono dei momenti, quando ho sonno, quando ho bisogno di consolazione, quando ho voglia di tenerezza, in cui voglio solo lei e la cerco e la chiamo finché non viene da me.

Perché io lo so chi è quella ragazza, non sono mica scema.
Quella ragazza, è la mia mamma.

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