lunedì 19 novembre 2012

Il mio nonnone.


Ciao a tutti, oggi vorrei parlarvi di mio nonno.
Vi avevo già presentato tempo fa la Signora e i Signori di Giù, ma il mio nonnone non aveva ancora trovato spazio in questo blog.
Mio nonno è... come un robot da cucina. In pochi secondi tritura, sminuzza, grattugia, sfracella, frantuma, polverizza, distrugge, disintegra qualsivoglia sano principio introdotto tanto faticosamente dalla Ragazza e dal Tipo Alto.
Per esempio.
Loro scelgono per me solo colori atossici, con le punte arrotondate, di cera, così non mi macchio i vestiti. Lui mi porta nel suo studio e mi fa scarabocchiare con i Permanent Marker N 60. Permanent, appunto, lo dice la parola stessa. Quelli che se mi macchio le mani i segni non vanno via neanche con il Vanish Oxy bianco sfregato direttamente sulla pelle, quelli che se mi scrivo sui vestiti poi puoi usarli solo come stracci per la polvere, quelli che quando li apri sprigionano una nube tossica che ti sballa peggio della colla. Quelli.
Loro mi portano nel mio letto all'ora stabilita, mi raccontano una fiaba, mi augurano la buona notte e vanno di là. Quando resto a dormire dai nonni, Lui mi fa restare sveglia finché mi pare, mi porta nel lettone e ci addormentiamo solo quando siamo sfiniti di salti, favole e canzoni. E quando torno a casa, ovviamente, pretendo di fare lo stesso. Per almeno un mese.
Loro mi lavano solo con prodotti naturali privi di alcol. Lui mi spruzza il suo Pino Silvestre. Così profumo di pineta per una settimana.
Loro predispongono per me un'alimentazione sana. Lui mi dà la pizza con l'olio piccante, l'hamburger con la maionese e la Fanta. 
Loro sono terrorizzati dalla carie. Lui mi compra le gelatine e il Chupa Chups.
Loro non vogliono che mangi salato. Lui mi dà le patatine nel sacchetto.

Il problema è che non lo fa con cattiveria. Semplicemente non riesce a dirmi di no, è più forte di lui. Mio nonno mi adora. Quando mi vede diventa un bambino. Gli vengono gli occhi enormi e il sorriso grande. Mi insegna le canzoni di Morandi, Endrigo e Bennato e mi accompagna con la chitarra. Ogni giorno, appena torna da lavoro, lascia tutto e gioca con me. Non ce n'è per nessuno. Insieme importuniamo i pesci dell'acquario, facciamo i castelli di ghiaia impanandoci di polvere, aiutiamo la nonna a cucinare facendo esplodere le uova, ascoltiamo la musica con lo stereo a palla. 


Va bene, da grande mi verrà la carie, sarò assuefatta dalle patatine fritte e porterò ancora sulle mani i segni del Permanent Marker N 60 di colore nero, ma mio nonno proprio non lo cambierei.




Immegine di proprietà Pentel.






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