No. Io non sono una bambina affettuosa.
Non nell'accezione che di solito si dà ai bambini affettuosi.
Se mi chiedi un bacino non te lo darò mai.
Neanche se sei mia madre, mio padre, mia nonna, la mia migliore amica.
Neanche se sono mesi che non ci vediamo.
Mai.
Piuttosto mi nascondo nell'anfratto più buio che riesco a trovare.
Piuttosto mi spalmo sul pavimento e mi assottiglio fino a diventare invisibile.
Quando arrivo dai nonni dico un ciao frugale e poi mi butto sul cestone dei giochi. O sulle tagliatelle. Dipende.
Quando vengono a pranzo gli amici dei Due mi chiudo in un mutismo ostinato per le prime due ore, anche se li conosco da una vita (tre anni), anche se sono sempre gli stessi amici, sempre loro.
E se vedo che il divano è occupato da troppo tempo non ho remore a gridare: "Mi sa che siamo troppi qui dentro!"
Quando mia madre torna da lavoro delle volte continuo a giocare e la saluto alla svelta, ma poi mi avvicino e: "Mamma, andiamo un po' sul divano a cucciolarci?"
Il bacino te lo do io, quando lo decido io.
Sulla schiena mentre stai mangiando. Sul braccio quando passeggiamo, perché non arrivo alla guancia.
Sulla pancia quando ti cambi, perché ho un debole per le pance di quelli che amo.
Mi sveglio sempre ridendo, anzi a volte prima rido e poi mi sveglio. Sarà che faccio sogni buffi che mi si incastrano tra il sonno e la veglia. E che mi fanno ridere ridere fino a svegliarmi.
Una volta dopo una risata ho provato a piangere, e mia madre: "Alice, che cos'hai adesso?"
E io: "Niente, volevo piangere di gioia".
Non ti abbraccio se me lo chiedi, non bacio neanche sotto tortura, dico sempre e solo la verità.
E quella, a volte, lascia senza fiato.
"Alice, cosa c'è, perché mi guardi?"
"Niente.
Ti amo."
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