Di notte è meglio Bruto.

L’ultima (spero) bronchite della stagione - e sì, ne ho avute quattro o cinque, alla prossima vinco una bambolina oppure un antistress a forma di bronco -  ha legittimato la consuetudine di intrufolarmi nel lettone dei Due a circa metà della notte.
Poverina me, tossisco tutta la notte, ho il diritto di dormire con mammà e papà.
Che poi non so se mi piace stare nel lettone. Io non capisco, ad esempio, come si possa dormire in verticale in senso parallelo al letto, ma perché? È uno spazio così grande, sfruttiamolo con più creatività! A me piace roteare, nuotare, vagare tra le lenzuola, aprire braccia e gambe ed estendermi magicamente esplorando gli angoli più nascosti del morbido giaciglio. In generale preferisco stare in orizzontale, con la testa contro il collo della Ragazza e i piedi sulla faccia del Tipo Alto.

Mi domando poi chi abbia inventato lenzuola e coperte. Ma perché coprirsi? Fa caldo. Appena sento qualcuno che mi rimbocca le coperte inizio a scalciare manco fossi Sandra Mondaini. Questo gesto, combinato al fatto che i miei piedi si trovano sulla faccia di mio padre, può determinare involontari pestoni in pieno naso, che nel cuore della notte e nel bel mezzo del sonno, non devono essere così tanto piacevoli.

Così la notte a casa mia diventa una lotta. Non ci si riposa per niente.
Mi sa che stanotte torno a dormire nel mio letto, col mio Bruto.



Lui è Bruto. Disegnato dal Tipo Alto e cucito da Valentina.