lunedì 1 agosto 2011

Di nome e di fatto.

Ufficio comunale. Interno giorno.
In stampatello i dialoghi effettivamente avvenuti (fumetto ovale).
In corsivo i monologhi interiori (fumetto a nuvoletta).

Impiegata comunale: "Eh, ma che bella bambina!"
Io: "…"
Ragazza: "Grazie."
Impiegata comunale: "Come ti chiami?"
Io: "..."
Ragazza: "Dai amore, dì come ti chiami alla signora."
Io: "…"
Ragazza: "Alice. Si chiama Alice."
Impiegata comunale: "Eh, ma che bel nome! Alice, di nome e di fatto."
Io: "Wè signora, ma che mi prende in giro? Ma ci vede? Sono alta 80 cm, peso 11 Kg e ho le forme che ricordano un'anguria. Adesso, la ringrazio per il complimento, ma da qui a paragonarmi a un'acciuga…"
Ragazza (con voce bambinesca che dovrebbe essere la mia): " E lei signora, come si chiama?"
Io: "Dio se ti adoro quando fai l'impertinente! E comunque io non parlo così."
Impiegata comunale: "Dolores. Mi chiamo Dolores."
Io: "Ecco, appunto."

Lo so che quella smorfiosa della Ragazza l'avrebbe tanto voluto dire, ma vi assicuro che non lo ha fatto. Però, ne sono certa, l'ha pensato.

3 commenti:

  1. AHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

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  2. avrebbe tanto dovuto dirlo... ma sono sicura che Dolores l'ha capito dallo sguardo :)

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  3. Con tanti complimenti e un grande grazie.

    http://unapozzanghera.splinder.com/post/25442806/alice-e-la-ragazza

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