domenica 25 settembre 2011

Mai sottovalutare le conseguenze dell'odore.

Quando mi scappa, mi scappa. E io, al contrario di voi (la maggior parte di voi), la faccio dove mi pare. Perché io posso e voi no. O per lo meno non potreste.
Questo, congiunto al fatto che Quei Due si sentono genitori giovani e sprint (nonostante la Ragazza sia classificata per la scienza come “PRIMIPARA ATTEMPATA” cosa per la quale, appena acquisirò una proprietà di linguaggio un po’ più raffinata, la prenderò per il culo per il resto dei suoi giorni), dicevo, congiunto al fatto che i Due si sentono giovani e sprintosi e mi portano in giro ovunque a qualsiasi ora del giorno e della notte, dà vita a una serie di simpatici aneddoti, materia davvero succulenta per questo blog.

Non avendo il mio intestino ancora sviluppato orari naturalmente regolari degni della Marcuzzi, la faccio quando meno te l’aspetti e nelle situazioni più disparate e così la Ragazza e il Tipo Alto sono costretti a cambiarmi un po’ dove si trovano, sul sedile posteriore della macchina, su un tavolo leggermente nascosto al ristorante, sul passeggino in un vicolo laterale del corso.

E qui, volendo, potrei aprire una parentesi polemica sul fatto che nelle città, a parte Prenatal e alcune rare farmacie, non esiste un posto che sia uno dove allattare o cambiare un bimbo in santa pace. Allora, se nel bel mezzo dell’aperitivo la tizia accanto a voi tira fuori la tetta per nutrire il suo bambino o, passeggiando in centro notate, ohi ohi, due chiappette al vento in attesa di un pannolino pulito, non lamentatevi, è colpa della società. Del sistema.

E così, tra le tante che avrei da raccontare, vi narro di quella volta in centro a Bologna, in uno dei bar fighetti della città, pieno di turisti vestiti bene e bolognesi ozianti, dove, dopo aver creato scompiglio per aver fatto cadere un biscottino Plasmon richiamando una festa di piccioni che ho prontamente sparpagliato sui tavoli a furia di inseguirli, l’ho mollata.
Adesso, non so se voi mangiate saponette, ma la mia, di certo, non profuma.
La Ragazza, che ormai ha il naso fino, mi ha sgamata subito, e con lo sguardo a metà tra l’impanicato e il divertito, ha sussurrato al Tipo Alto: “L’ha fatta.”
Io intanto continuavo a correre dietro i piccioni portandomi dietro la mia scia. Nasi arricciati e sguardi maligni come se piovesse. E quei due sciagurati? A ridere di soppiatto come a scuola. Ma vi pare? Ricomposti, presa la borsa e agguantatami alle spalle, sono partiti alla ricerca di un bagno. Toilette unisex. Perfetto. Possono entrare entrambi aiutandosi a tenermi a bada.
Fasciatoio neanche a parlarne. La Ragazza, che in queste cose ha un’inventiva invidiabile, ha allestito un giaciglio di teli e asciugamani sul piano del lavandino e un, due, tre, il gioco è fatto.
Dove lasciare il pacco bomba? Portarlo con sé e buttarlo fuori? Non c’è dubbio. Tanto oramai il microclima della toilette è irrimediabilmente contaminato.

In quel momento entra una coppia di anziani signori. Lei più ingioiellata di Marta Marzotto, lui più abbronzato di Flavio Briatore. Si guardano sconcertati. “Fovse c’è stato un pvoblema con le tubatuve…” dice Marta. “Forse” risponde il Tipo Alto. Giriamo i tacchi e ce ne andiamo.

Via via, schizziamo via dal bagno, via dal bar, via dalla piazza, fuggiamo via veloci, neanche avessimo bevuto Moet Chandon senza pagare il conto.

3 commenti:

  1. le tubature sono sempre le più trascurate in fatto di mantunenzione!

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  2. alice, ma non scrivi più niente?
    tutto bene?
    lucia, una fan sfegatata

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  3. ciao Lucia dopo questo post ce ne sono altri eh! Purtroppo scrivo con meno frequenza perché questa bronchite che non mi passa mi ha buttata un po' giú. continua a seguirci e grazie mille per il tuo sostegno! ciao

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