mercoledì 12 gennaio 2011

Ali Italia


In queste vacanze natalizie ho preso l’aereo. E non è la prima volta. La prima volta che ho preso l’aereo avevo 2 mesi. Mi piace viaggiare in aereo. La Ragazza, in una delle sue migliaia di riviste di puericultura, ha letto che per prevenire il dolore alle orecchie causato dalla pressione, bisogna far deglutire i bambini durante le fasi di decollo e di atterraggio. Siccome il volo dall’Emilia alla Puglia è praticamente solo decollo e atterraggio, quando viaggio in aereo sto sempre attaccata alla tetta.
Ma la cosa che mi piace di più quando viaggio in aereo è l’aeroporto. Ci sono tantissime cose da vedere in aeroporto: luci, persone, valigie colorate con le rotelle, e qualche volta si sente una voce che proviene chissà da dove. E prima della voce c’è sempre un campanello.
Solo una cosa non mi piace dell’aeroporto: fare la fila. Mi annoio a fare la fila. La fila dura sempre troppo a lungo, allora strippo e piango. E subito accade una cosa strana: la gente ci giudica. Iniziano a guardare me, la Ragazza e il Tipo Alto dall’alto in basso con facce contrariate. Bisbigliano e parlottano a denti stretti. Ma io non lo so, far viaggiare una bimba così piccola in aereo. Poverina ha pure la tosse, perché non la lasciano a casa? Spero che non si siedano vicino a me. Se quella bimba piange tutto il viaggio giuro che dò di matto, e ho pure lasciato l’ipod nella valigia.
Allora io e la Ragazza diamo inizio al nostro show. Lei distende il collo, solleva un po’ il mento e comincia a muoversi con una calma serafica, sinuosa, come se fosse la donna più bella del mondo. Mi culla dolcemente e io mi calmo un po’. I riflettori si accendono su di noi. In platea hanno il fiato sospeso. Mi gira verso di lei e la guardo negli occhi. Smetto di piangere e sorrido. Le stropiccio la faccia e dico “Bababa”. Mi dà un bacino piccolo. A passi lenti come danzando mi porta dal Tipo Alto che è rimasto nella fila. Lui mi fa delle facce buffe, mi prende la mano e se la passa sulla barba incolta. È una cosa a cui non resisto. Scoppio a ridere ed è una cosa a cui nessuno resiste. 
Non è propriamente uno show. È solo quello che facciamo normalmente a casa, ma fatto davanti a tutti. Subito accade un’altra cosa strana. La gente si pente.
Chi non ha avuto figli si pente di non averli avuti. Chi li ha tenuti in una campana di vetro si pente di averli tenuti in una campana di vetro. Chi non li ha mai portati in viaggio si pente di non averli portati in viaggio e in generale tutti si pentono di quello che hanno detto o anche solo pensato. E ci fanno pure passare avanti.

 

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