Domenica la Ragazza mi ha proposto di scrivere la letterina a Babbo Natale.
- La letterina? Ah, la A di Alice!
- No Ali, non quella lettera. Quella di carta, che si spedisce.
Ci penso. Non ho capito. Prendo il telefono: lo chiamiamo Babbo Natale, no?
- Pronto, Babbo Natale? Io vorrei un bel pacco regalo. Un pacco eh? Ok, salutami la Renna Renata.
Mi guarda interdetta e in quel momento capisce, con un certo orrore misto a senso di colpa, che sua figlia, nativa digitale, smart e touch, duenne che interagisce con Raperonzolo su tablet, che sceglie da sola i video su Youtube, che mostra le foto alla nonna sfogliandole e ingrandendole sullo smartphone, non sa cosa accidenti sia una letterina.
Lei è la stessa persona che quando era incinta pregava perché io potessi avere a che fare con la carta, perché i miei libri fossero ancora di carta, così come i miei quaderni, il diario segreto. Perché la carta fruscia, avvolge, scrocchia, profuma.
Poi ha ricevuto in regalo l'iPad e non ci ha capito più nulla.
Bisognava porre rimedio a questa mia lacuna culturale.
Così abbiamo preso la carta, i pennarelli e abbiamo scritto a Babbo Natale. Abbiamo ripiegato il foglio con cura, richiuso nella sua busta, ci siamo infagottate ben bene e siamo partite alla volta di una cassetta rossa con su scritto Posta.
Carina come cosa, ma... non si poteva inviare una mail?
Visualizzazione post con etichetta Babbo Natale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Babbo Natale. Mostra tutti i post
mercoledì 19 dicembre 2012
Pronto, Babbo Natale?
Etichette:
Babbo Natale,
iPad,
Natale,
nativi digitali,
smartphone
giovedì 12 gennaio 2012
Rivelazioni natalizie.
Ciao a tutti,
state bene? Come sono andate le ferie? Siete sopravvissuti alle abbuffate, ai parenti, alla tombola, alle diete di Luciano Onder, al discorso di Napolitano, all’inizio dei saldi, allo stress da rientro? Molto bene.
Anche le mie vacanze sono andate bene, anzi sono state una scoperta, una RI-VE-LA-ZIONE.
Adesso lo so, ne ho le prove: Babbo Natale esiste. Ed è mio zio.
Ho sempre sospettato di lui. Quel suo atteggiamento timido, quel suo fare riservato: è tutta una copertura!Mio zio è un supereroe, è il Clark Kent di Santa Claus. Sì perché mio zio è Babbo Natale tutto l’anno, ma è costretto a travestirsi da mio zio per non farsi scoprire ed evitare che sotto casa sua arrivino orde di giornalisti, curiosi, Bruno Vespa e Paolini. Poi magari ci fanno anche una puntata di Voyager e non è mai una cosa bella.
Così la notte di Natale mio zio prima c’era, poi non c’era più. Quatto quatto si era diretto verso la porta ed era sparito. Dopo circa un’ora (eh lo so, Superman ci mette di meno a cambiarsi) è arrivato con il suo costume da supereroe rosso, la barba bianca e una mega panza. Ma io l’ho riconosciuto subito. Cavolo, ho pensato, mio zio è Babbo Natale. Ah, che emozione, che rivelazione!
Quante domande ti vorrei fare zio, come fai in una sola notte a portare i regali a tutti i bambini del mondo?
Come fa a volare la tua slitta?
Come fai a sopportare di essere umiliato ogni anno con infinite riproduzioni di te che tentano di arrampicarsi malamente su balconi, cornicioni, grondaie, ringhiere, scale, cancelli, parapetti, finestre, porte, balaustre EBBASTA, sono dappertutto, non puoi fare qualcosa coi tuoi superpoteri? Che so, incenerirli?
Ma zio, zio, una questione su tutte: a Natale ti ho chiesto soltanto una cosa, una cosa semplice, un biscotto. Tu mi hai rovesciato addosso mezzo ipermercato reparto giocattoli, ma del biscotto neanche l’ombra.
La Befana, senza che nessuno le avesse chiesto niente, mi ha portato dolcetti vari e 3 ovetti Kinder.
Sarà mica meglio la Befana?
E adesso che ci penso, la Befana, sarà mica la zia?
Etichette:
Babbo Natale,
Clark Kent,
la Befana,
supereroi,
Superman,
Voyage
Iscriviti a:
Post (Atom)