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venerdì 28 settembre 2012

L'animalista della domenica.

Scena 1.
Interno giorno, salotto di casa.
Io, con l'aria più innocente del mondo: "Mamma guarda, un ragnetto. Posso ammassarlo?" (che non si dica mai che non sono di Sassuolo).
Lei, realmente scandalizzata: "Alice, cosa dici? Ma chi ti insegna queste cose? Gli animali non si ammazzano, mai, tantomeno i ragnetti. Non lo sai che il ragno porta guadagno? Hai visto mai..."
E così dicendo prende una vecchia cartolina e comincia ad armeggiare con l'aracnide.
"Su ragnetto, non fare lo sciocco, ti sto salvando la vita, sali dai" e con una spintarella del polpastrello lo convince a salire.
Poi apre la finestra e, sventagliando la cartolina, lo butta giù dal primo piano. Ma come??!! Insomma, speriamo che Mister Ragnetto sia riuscito a sparare la ragnatela dai polsi come Spiderman e ad ancorarsi al parapetto, ché se deve sfracellassi al suolo tanto valeva schiacciarlo gentilmente con la mia scarpina, no?
Scena 2.
Esterno sera. Giardino di casa dei nonni.
Io e mio nonno ci sollazziamo facendo saltare un piccolo ranocchio. È divertente!
Arriva la Ragazza. 
Io entusiasta: "Mamma, tocca anche tu il lanocchio, è mobbido. Guadda come salta!" 
E lei, con un piglio che in confronto Tata Lucia sembrerebbe dolce come un cupcake: "Alice -pausa- perché infastidisci il ranocchio? Lo spaventi, poverino. Se venisse una mano gigante e ti toccasse la schiena tu saresti contenta?"
Scesa.
Avevo dimenticato di avere per madre la paladina della giustizia, la Sailor Moon dei diritti degli animali. Mio nonno alza gli occhi al cielo cercando conforto dall'essersi ritrovato una nuora tanto scassa mar scatole.
Scena 3.
Interno giorno, cucina di casa.
Io e la Ragazza cuciniamo.
Dalla finestra aperta entra una mosca. Una di quelle nere nere e belle piene, un moscone insommma. La Ragazza è allegra, le piace cucinare con me. La mosca comincia a ronzettare qui e lá.
Lei: "Oggi cuciniamo la pasta con le verdure. Mettiamo l'acqua a bollire e prepariamo i vermicelli (mosca sui capelli). Laviamo la zucchina e poi la carota (mosca sulla gota) e poi le tagliamo, ma non a tocchi (mosca sugli occhi), le tagliamo a listarelle."
Fa un gesto per scacciare la mosca, ma senza pensarci troppo.
"Prendiamo la padella (mosca sull'ascella) e ci versiamo un po' d'olio. Poco Alice, non ne serve mica un secchio (mosca sull'orecchio). Ci mettiamo la cipolla e solo dopo le altre verdure, ché non bisogna fare le cose a caso (mosca sul naso). 
Comincia a tremolarle impercettibilmente la palpebra.
"Mescoliamo piano piano (mosca sulla mano) e aggiungiamo un po' di sale. Sembra saporito (mosca sul dito). Scoliamo i vermicelli al dente (mosca, neanche a dirlo, sul dente)."
 
Perde definitivamente l'aplomb. Caccia un grido. Brandisce il cucchiaio di legno e ...Yaaa-ta, stordisce la mosca con una scudisciata violenta, quella zigzaga, cade e quindi Pam, la finisce direttamente con un pestone.
Resta un attimo immobile. Quindi recupera un respiro normale, si accomoda una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si rivolge a me, che la guardo con gli occhi e la bocca spalancati.
"Allora Alice, gli animali in generale non si ammazzano, ma certe mosche, qualche volta, sì."
 



P. S. Questo post racconta fatti realmente accaduti (come tutti, finora) ma nell'ultima parte è liberamente ispirato al libro "Il mostro peloso" di  Henriette Bichonnier illustrato da Pef, che ho conosciuto grazie alle libraie di Centostorie (meravigliosamente interpretato da Antonella!)
La ricetta invece è quella della "pasta alla Niki Lauda", primo gettonatissimo nella casa universitara che la Ragazza condivideva con l'amica Livia a Perugia. (Perché si chiamasse "alla Niki Lauda" non è dato sapere).


Lucilla de Il Mostro Peloso

domenica 4 dicembre 2011

Consigli per gli acquisti natalizi.

Si avvicina il Natale e io, per grazia ricevuta, non sono ancora stata vestita di rosso (leggete un po’ cosa accadeva solo un anno fa).
Con l’arrivo delle feste vedo sempre più adulti arrovellarsi e affaccendarsi per i regali di Natale. Dall’alto dei miei 86 centimetri, vorrei darvi un consiglio: ai vostri bambini regalate un libro.
I giocattoli si dimenticano, un libro, il più delle volte, è per sempre.
Volete sapere QUALE libro? Beh, andate in una libreria per bambini (ho detto LIBRERIA, non supermercato) e, tralasciando le case editrici più blasonate con le copertine Made in China più lucide della mela avvelenata, lasciatevi ispirare.
Troverete fiabe millenarie oppure nuove nuove, con illustrazioni magiche che restano nel cuore. Ci sono storie meravigliose da lasciare a bocca aperta e altre così semplici da far venire le lacrime agli occhi.
Come quella di Piccolo Blu e Piccolo Giallo di Leo Lionni, la storia di due macchie di colore che un giorno, ritrovandosi, si abbracciarono così forte, ma così forte, che diventarono un’unica macchia verde. Non è stupendo?
Sono nuova del mondo, ma credo che Piccolo blu e piccolo giallo abbia in sé l’essenza stessa della vita, dell’amore. Perché è questo che facciamo tutti, no? Cerchiamo e aspettiamo un piccolo rosso con cui fare viola, un piccolo bianco con cui fare azzurro, che non deve essere per forza un bambino come me, ma può essere una storia d’amore, un’amicizia, un pezzetto di strada insieme, una conversazione interessante, uno sguardo di intesa, una notte di passione o di conforto.
È per questo che vi dico, gente, abbracciatevi. Perché non sapete quali colori potreste creare ogni volta.

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